Lavoratori stranieri in trasferta in Italia, statistiche e obblighi

Le imprese straniere (UE ed extra UE) che inviano i lavoratori in trasferta in Italia nell’ambito di una prestazione di servizi, anche infragruppo, sono obbligate a vari adempimenti definiti dal D.Lgs. 136/2016, tra i quali la notifica preventiva al Ministero del Lavoro.

Le statistiche sui distacchi in Italia, e sul (mancato) rispetto delle regole

L’Osservatorio presso il Ministero del Lavoro ha pubblicato un documento molto interessante con il quale fa il punto sulla base delle notifiche presentate a tutto il 30/06/2021. Premettiamo che la notifica deve essere presentata anche per le trasferte di un solo giorno, se finalizzate alla prestazione di servizi anche infragruppo. I dati sono analizzati e commentati in modo molto esauriente, ma vorremmo condividere le seguenti osservazioni, basate sui dati del primo semestre 2021: 

Imprese che hanno distaccato i lavoratori: UE n. 1.290 – extra UE n. 192 

Questi numeri, in particolare quello relativo alle imprese extraUE, non appaiono particolarmente elevati e quindi suggeriscono una certa “resistenza” alla compliance, ma bisogna tenere in conto l’impatto dell’emergenza sanitaria.  

A che punto è la compliance? 

Se approfondiamo un po’ troviamo però dei dati decisamente anomali: 

Le imprese tedesche che hanno notificato il distacco dei lavoratori sono 480, seguono le imprese rumene con 199 e le austriache con 133. 

Questi numeri evidenziano a colpo d’occhio delle incoerenze. E’ vero che in Germania esiste un numero di imprese di gran lunga superiore rispetto alla Romania, ma l’impressione è che il numero di imprese rumene che distaccano i lavoratori in Italia sia in realtà più elevato. L’impressione si rafforza se valutiamo i numeri dell’Austria. Proporzionalmente sono coerenti, ma avete mai visto un lavoratore austriaco in un cantiere italiano? 

Continuando la nostra analisi le anomalie si moltiplicano, visto che solo 54 imprese polacche hanno notificato una trasferta in Italia contro, ad esempio, le 84 spagnole e le 59 francesi e slovene. 

E se usciamo dalla UE? 

Vediamo che ben 50 imprese svizzere hanno notificato una trasferta in Italia, praticamente lo stesso numero delle imprese polacche. A scendere troviamo 42 imprese del Regno unito, 21 degli USA, 11 di Albania e Bosnia e ben 8 della Repubblica di San Marino. Gli altri dati sono irrisori. 

Ma le imprese ospitanti italiane sanno che devono essere parte attiva nella compliance?  

Germania, Austria, Svizzera sono decisamente le nazioni con il più elevato tasso di compliance. Ma le imprese che distaccano i lavoratori in Italia dai paesi dell’est Europa geografica sono migliaia e, oltre ad assolvere gli obblighi di notifica, devono garantire ai lavoratori operanti in Italia il medesimo trattamento economico e normativo spettante ai lavoratori italiani. Le imprese italiane ne dovrebbero ben tenere conto, in quanto hanno vincoli di responsabilità solidale con il fornitore estero in materia di trattamento economico del lavoratore (art. 29 c. 2 d.Lgs. 276/2003), che si può rivalere direttamente sul committente (art. 1676 c.c.). 

Che cosa fa TradeCube? 

Assiste l’impresa straniera che vuole inviare i lavoratori in Italia, ma anche l’imprenditore italiano che vuole accompagnare il proprio fornitore in un percorso di compliance, svolgendo: 

  • L’assistenza al datore di lavoro estero nella procedura di accreditamento e compilazione della comunicazione di distacco 
  • Tutte le verifiche di compliance necessarie al rispetto delle condizioni di lavoro e di occupazione 

Photo by Silvia Brazzoduro on Unsplash

05/09/2021 

Disclaimer: The content of this article is intended to provide a general guide to the subject matter. Specialist advice should be sought about your specific circumstances. Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di offrire informazioni orientative alle imprese. Vi invitiamo a chiedere una consulenza specialistica relativamente alla Vostra situazione specifica.

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