Trasferte UE – Gli errori da non fare

TradeCube ha pubblicato molti articoli che illustrano le cose da fare per adempiere agli obblighi imposti per le trasferte all’estero e nella UE. Per ritrovarli, basta visitare l‘archivio della sezione tasferte per rendersi conto che c’è proprio di tutto. Ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazione difficili o complicate, dovute alla superficialità con la quale i datori di lavoro affrontano la compliance in materia di trasferte nell’Unione Europea/SEE dei loro dipendenti o lavoratori.

Cosa non bisogna fare nelle trasferte UE? Ecco gli errori!

Per rendere più semplice la comprensione delle potenziali problematiche, e delle dure conseguenze portate dal mancato rispetto delle norme, proponiamo una lista di tutte le cose da non fare per evitare di incorrere in sanzioni che possono compromettere il futuro dell’azienda anche a lungo termine.

NON limitarsi a effettuare le comunicazioni o notifiche di legge

Estremamente pericoloso se non si rispettano anche le altre regole: le notifiche servono proprio a segnalare la nostra presenza alle autorità competenti per l’effettuazione di controlli.

NON aspettare l’ultimo momento

In molti casi una settimana di anticipo è troppo poco, per non parlare di pochi giorni. Il minimo che possa succedere è che i costi delle pratiche aumentino, ammesso che sia possibile portarle a termine per tempo

NON basarsi sulle norme italiane per la sicurezza sul lavoro

Il fatto che esista un’Unione Europea non significa che tutte le norme siano assolutamente identiche, in varie nazioni UE ci sono significative differenze.

NON dare per scontato il settore di attività in Italia

Le definizioni non sono identiche ovunque. Ad esempio, ciò che per noi è industria metalmeccanica o del legno altrove viene ricompreso nell’edilizia.

NON sottovalutare gli aspetti sindacali

Molti paesi, soprattutto nel Nord Europa, sono altamente sindacalizzati e la non osservanza del Contratto Collettivo può avere conseguenze pesantissime.

NON basarsi solo su quello che si trova in rete

Le informazioni che si trovano sui siti istituzionali non sono sempre complete e generalmente riportano le norme di Legge e non i Contratti collettivi.

NON pensare che sia tutto uguale alla trasferta precedente

Le normative si evolvono e vengono modificate continuamente in tutta Europa. I Contratti collettivi si rinnovano e le procedure cambiano, proprio come in Italia. Ogni volta è necessario verificare il tutto.

NON ragionare “per nazione”

Le regole possono variare in base alla località, da regione a regione o da provincia a provincia. In molti paesi le autorità locali godono di grandissimi spazi d’autonomia.

NON pensare che gli errori formali non contino

In Italia da tempo abbiamo istituti come il ravvedimento operoso e le sanzioni gravi colpiscono solo le infrazioni sostanziali. In molti paesi UE non è così, e gli errori formali sono considerati ugualmente grafi a quelli sostanziali.

NON produrre i documenti in italiano 

Se è richiesta una traduzione, le autorità possono considerare i documenti in italiano come se non esistessero, con le conseguenze del caso.

NON fare solo quello che chiede il cliente

Il cliente tutela se stesso, e fa il proprio interesse che non necessariamente coincide con quello dell’impresa italiana.

NON dare per scontato il subappalto

In diversi casi esistono delle restrizioni e in genere il subappalto comporta una moltiplicazione degli adempimenti, nonché delle corresponsabilità.

NON affidare gli adempimenti a una risorsa non adeguatamente formata 

Spesso il/la referente di TradeCube è una risorsa assunta da poco o comunque senza alcuna esperienza in materia di lavoro. Le violazioni in tema di lavoro possono compromettere l’esistenza stessa di un’azienda (ad esempio quando viene bandita da una particolare nazione). E’ meglio destinare una risorsa formata e adeguata.

NON fare le cose a metà 

Durante una verifica viene controllata la compliance riguardo a tutto il sistema, non solo a una parte specifica.

La superficialità ha delle conseguenze

Le sanzioni non colpiscono solo il datore di lavoro, ma possono colpire anche il legale rappresentante e i dipendenti a livello personale. Così come possono colpire il cliente e la persona del legale rappresentante del cliente. E ancora possono consistere in un divieto di operare in quella nazione per un periodo che va indicativamente dai sei mesi ai cinque anni.

Le cose si stanno complicando

Come abbiamo già scritto https://www.tradecube.it/contratto-di-lavoro-e-trasferte-ue-cosa-cambia-dal-1-agosto/ con il recepimento della Direttiva (UE) 2019/1152 le cose cambieranno anche per i rapporti di lavoro italiani, indipendentemente dalle trasferte.

Dobbiamo quindi attenderci novità su tutti i fronti per le trasferte nella UE/SEE. TradeCube sarà pronta ad assistervi nella compliance post-riforma con la sua rete di partner internazionali.

Disclaimer: The content of this article is intended to provide a general guide to the subject matter. Specialist advice should be sought about your specific circumstances. Il contenuto di questo articolo ha lo scopo di offrire informazioni orientative alle imprese. Vi invitiamo a chiedere una consulenza specialistica relativamente alla Vostra situazione specifica.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.